AI, buoni o cattivi? La doppia faccia della tecnologia nel generare testi

Nell’era digitale in cui viviamo l’intelligenza artificiale (AI) si è affermata come una forza rivoluzionaria, permeando vari aspetti della nostra vita quotidiana. Tra le molte applicazioni dell’AI, una delle più rilevanti è la generazione di testi, un campo in cui le sue potenzialità e le sue sfide emergono in modo chiaro e distintivo.

I Pro: L’AI come aiuto e fonte di ispirazione

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella generazione di testi ha aperto nuove frontiere per scrittori, giornalisti, accademici e creativi di varie discipline. Le potenzialità dell’AI sono considerevoli:

  1. Efficienza e velocità: L’AI può produrre grandi quantità di testo in tempi molto brevi, liberando gli esseri umani da lavori ripetitivi e consentendo loro di concentrarsi su compiti più creativi e complessi.
  2. Creatività assistita: Per coloro che conoscono la materia e sanno come guidare l’AI, questo strumento può fungere da fonte di ispirazione e aiuto nella generazione di nuove idee e concetti.
  3. Accessibilità: L’AI può rendere la produzione di testi più accessibile a una vasta gamma di persone, inclusi coloro che potrebbero avere difficoltà nella scrittura tradizionale.

I contro: i rischi della dipendenza e della mancanza di controllo

Nonostante i suoi indiscutibili vantaggi, l’uso dell’AI nella generazione di testi presenta anche rischi significativi, soprattutto per coloro che non comprendono appieno il funzionamento dell’AI stesso:

  1. Errore e inaccuratezza: Senza una comprensione adeguata dei meccanismi dell’AI, è facile prendere per buone informazioni errate o fuorvianti generate dall’AI stesso. Questo può portare alla diffusione di informazioni sbagliate e alla creazione di una conoscenza distorta.
  2. Dipendenza e perdita di abilità: L’uso eccessivo dell’AI nella generazione di testi potrebbe portare alla perdita delle capacità di scrittura e di pensiero critico tra gli utenti, che potrebbero finire per affidarsi esclusivamente all’AI anziché sviluppare le proprie abilità.
  3. Manipolazione e bias: L’AI può essere soggetto a manipolazione e bias (distorsione), a seconda dei dati con cui è stato addestrato. Questo può portare alla generazione di testi che riflettono pregiudizi o discriminazioni presenti nei dati di addestramento.

La via da seguire: educazione e consapevolezza

Per massimizzare i benefici dell’AI nella generazione di testi e mitigare i suoi rischi, è fondamentale investire nell’educazione e nella consapevolezza:

  1. Educazione tecnologica: Gli utenti devono essere formati sulla natura dell’AI, compresi i suoi limiti e le sue potenzialità. Solo attraverso una comprensione approfondita dell’AI è possibile utilizzarlo in modo responsabile e consapevole.
  2. Controllo e revisione umana: Anche quando si utilizza l’AI per generare testi, è essenziale che vi sia sempre una revisione umana per garantire l’accuratezza e la coerenza delle informazioni.
  3. Promozione della creatività individuale: L’AI dovrebbe essere considerato uno strumento per migliorare e ampliare le capacità umane, non sostituirle. È importante promuovere la creatività individuale e incoraggiare le persone a sviluppare le proprie abilità di scrittura e pensiero critico.

Un esempio interessante dell’uso sbagliato dell’AI per la generazione dei testi ci arriva da New York dove un avvocato che si era presentato in aula convinto di poter vincere, forte di un alleato solido e ben informato: l’intelligenza artificiale di ChatGpt. L’avvocato Steve Schwartz, che rappresentava un cliente in una causa contro una compagnia aerea, ha finito per fare una brutta figura: sei dei precedenti portati in aula dal legale, che lavora per un studio accreditato a New York da ben tre decadi, si sono rivelati, secondo la sentenza del giudice Kevin Castel, «decisioni giudiziarie false e con citazioni altrettanto fasulle». In sostanza il giudice si è accorto che l’avvocato aveva portato in aula tutte informazioni prive di fondamento, ricavate dall’AI di ChatGPT.

L’avvocato ha detto di non essere a conoscenza del fatto che i contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale “fossero falsi” e ha assicurato che non utilizzerà mai più l’intelligenza artificiale per “integrare” la sua ricerca “senza verificare l’autenticità” dei contenuti. Sarà vero?

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